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Le cooperative come motore di cambiamento economico e sociale


Le cooperative come motore di cambiamento economico e sociale
L'Alleanza delle Cooperative Italiane ha progettato la prima edizione della Biennale della Cooperazione
Se la “parola d'ordine” di questi anni è il cambiamento, la cooperazione è la risposta qualificata, duttile e trasversale alla trasformazione economica e sociale in atto nel Paese. Attenta all'uomo e alle sue esigenze ed impegnata nella realizzazione di un'economia che è espressione del bene comune, la cooperazione è proiettata verso un futuro costruito su solidi valori e pilastri come lavoro, innovazione, legalità, welfare, sostenibilità su quali si sviluppa il Manifesto dell'Alleanza delle Cooperative Italiane. Valori che oggi accrescono la loro importanza perché legati a un modello di impresa che sa organizzarsi nei territori per aggregare persone, idee ed energie con uno spirito solidale che è risorsa per il Paese e che ne può determinare la definizione di un identità comunitaria di più alto spessore.

Su questi temi la cooperazione rappresentata dall'Alleanza delle Cooperative Italiane ha progettato la prima edizione della Biennale della Cooperazione, un viaggio che tocca varie aree del Paese mettendone in rilievo caratteristiche e problematiche, e fornendo appunto risposte in grado di dare una prospettiva alle giovani generazioni e di garantire una rinascita ad aziende e persone colpite dalla crisi. Partito a metà novembre da Bari, poi giunto a Bologna il 30 novembre e 1° dicembre, quindi in programma a Milano il 12-13 gennaio 2019, per concludersi infine a Roma il 31 gennaio e 1° febbraio con gli Stati Generali della Cooperazione, il viaggio della prima Biennale della cooperazione ruota intorno al tema “Cambiare l'Italia cooperando”.

La tappa bolognese, in un territorio da sempre cuore pulsante della cooperazione in tutte le sue espressioni, ha rappresentato un'occasione di intenso dialogo con il mondo dell'economia, della cultura, dell'Università e con le istituzioni locali, sui temi stringenti e molto attuali emersi con evidenza a seguito della crisi mondiale e della conseguente evoluzione intervenuta ai vari livelli della società. Si è parlato soprattutto di lavoro, che si conferma la sfida principale sulla quale misurarsi, di inclusione sociale e solidarietà contro la tendenza a chiudere porte e confini, di sviluppo sostenibile che non deve incidere sull'ambiente, di innovazione tecnologica che cambia in maniera epocale la vita delle persone e che è sempre più elemento determinante della competitività, di welfare che sostiene fasce sociali in difficoltà e che diviene centrale con il progressivo invecchiamento della popolazione italiana, di legalità da alimentare costantemente con l'esempio virtuoso della cooperazione, di pari opportunità con il ruolo delle donne nelle cooperative (53% della forza lavoro), di cooperazione come ascensore sociale per le fasce sociali più deboli.

La prima edizione della Biennale della Cooperazione è stata lo scenario di dialogo con interlocutori qualificati e affini per raccontare il senso equo ed inclusivo dell'economia cooperativa che è in fase di trasformazione perché la società sta mutando, ma che tiene ben saldi valori e principi, come il fatto che “se ne esce insieme dalle difficoltà, con un equilibro giusto tra innovazione e logica competitiva”, come ha sottolineato Mons. Matteo Maria Zuppi Arcivescovo di Bologna. Focus della Biennale è lo spirito nuovo che attraversa la cooperazione, il risultato tangibile di uno “sforzo profondo per tracciare la rotta di un pensiero strategico che trova nel Manifesto dell'Alleanza delle Cooperative Italiane, dove i sono condivisi tratti costitutivi delle cooperative, la sua sintesi e la sua analisi per il futuro”, ha detto Maurizio Gardini presidente dell'Alleanza delle Cooperative Italiane.
“Sul lavoro siamo resilienti – ha detto Mauro Lusetti, co-presidente dell'Alleanza – e quindi ossessivamente decisi a difendere occupati e a creare nuova occupazione, soprattutto per i giovani, anche attraverso le start up, per valorizzare e tutelare il bene comune, ma anche per salvare piccoli contesti sociali ed economici”. “Il welfare è un ambito dove la cooperazione è partner sociale – ha sottolineato Brenno Begani co-presidente dell'Alleanza – con la sua capacità di dare risposte ad aree di bisogno che sono in crescita e cresceranno anche in futuro con il progressivo invecchiamento della popolazione. Il welfare è una specificità della cooperazione perché la cooperazione è risposta alle necessità dell'uomo, e questa risposta si realizza con solidarietà e impegno per realizzare valore per l'uomo in una società più matura e democratica”.

Altri temi affrontati hanno riguardato le cooperative di comunità (“un'utopia – secondo Gardini - che rende protagonisti i cittadini e che tutela aree e territori a rischio spopolamento e dissesto idrogeologico, come i fatti recenti dimostrano”), la legalità con la sottolineatura forte sul contrasto al lavoro nero e alle false cooperative, ma anche i capisaldi dell'azione di Governo, come legge di bilancio, reddito di cittadinanza, flat tax, utili reinvestiti, pace fiscale e sud. Sul reddito cittadinanza, “il sistema deve contemplare meccanismi di incentivo all'occupazione dei destinatari o attraverso lo sgravio contributivo o con la loro auto Imprenditorialità, prevedendo la liquidazione anticipata della misura per chi volesse dar vita a imprese. Questa declinazione del reddito di cittadinanza, agganciato alle politiche attive del lavoro, renderebbe più produttivo l'intervento che rischia, invece, di scivolare nell'assistenzialismo. La povertà non si sconfigge solo con il sostegno economico. Tanto più se il reddito di cittadinanza si traducesse nel solo trasferimento di risorse senza un accompagnamento con servizi territoriali e presa in carico dei bisogni delle persone”.
La flat tax “regge solo se, in previsione, la misura fosse arricchita da un ripensamento generale delle aliquote su tutti i redditi, inclusi quelli da lavoro dipendente, e con particolare attenzione ai redditi bassi”. È stata espressa condivisione per l'aliquota ultraridotta per gli utili reinvestiti, “purché abbia effetti compensativi della soppressione dell'ACE. Chiediamo di valutare la sopravvivenza dell'ACE – è stato detto in conclusione – per imprese che non hanno interesse ad applicare l'innovativa agevolazione sugli utili reinvestiti”. La pace fiscale “è ragionevole se si accompagna a una contestuale revisione di ampio respiro dell'ordinamento tributario: riforma dell'imposta sul reddito, riforma della giustizia tributaria, codificazione. Diversamente è probabile che non sia l'ultimo condono, ma resti l'ennesimo premio per gli evasori”.

Molto interesse ha raccolto poi il dialogo su “La visione economica del Paese e dell'Europa nella relazione tra economia, coesione, legalità e innovazione” con le qualificate e approfondite analisi di Lucrezia Reichlin e Daniel Gros, economisti di fama internazionale, intervistati da Paolo Giacomin direttore di QN-Il Resto del Carlino.

Ma la prima edizione della Biennale della Cooperazione è stata anche un grande momento di apertura verso la città ospitante e verso il mondo, con la presenza di Steve McCurry – uno dei più grandi maestri della fotografia insignito a Bologna del premio “Colomba d'oro internazionale” – che ha inaugurato la Mostra “Una testa, un volto. Pari nelle differenze” con 40 ritratti, di cui alcuni inediti. Il fotografo americano ha spiegato la sua visione solidale ed inclusiva del mondo, da parte di un artista che il mondo lo ha fotografato nelle sue aree più povere e devastate dalla guerra, mettendo sempre in primo piano volti e storie di uomini e donne. Grande successo di pubblico, soprattutto giovanile, anche per l'intervista al compositore Giovanni Allevi e per i suoi intermezzi musicali con “note di pace ed equità”.

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