QUESTO SITO UTILIZZA ALCUNI "COOKIE": VUOI SAPERNE DI PIU'?   

'Dobbiamo ridare vita al cinema. Non sale, ma hub cinematografici'


Maria Martinelli di Start Cinema delinea le strade per uscire dalla crisi dopo pandemia e rivoluzione del digitale

Usa il termine “visionari” Maria Martinelli per descrivere le persone che compongono la squadra di lavoro di Start Cinema, la cooperativa ravennate di cui è presidente e che si occupa fin dagli anni '90 di promozione, distribuzione, formazione e produzione dell'arte cinematografica.

Martinelli, qual è la situazione del settore cinema in Italia dopo questi due anni di pandemia?

“La situazione è abbastanza critica, soprattutto per quelle realtà che si occupano della gestione delle sale cinematografiche. I dati odierni dicono che sono 300 le sale che si apprestano alla chiusura perché non hanno retto all'impatto della pandemia. Dal confronto con i colleghi di altre realtà emerge sempre di più che stiamo vivendo una rivoluzione digitale, che penalizza le sale cinematografiche e che porta il pubblico a utilizzare altri device per la fruizione cinematografica”.

In questo contesto come si inserisce Start Cinema e perché vi definite dei visionari?

“La nostra cooperativa si differenzia perché ci occupiamo di vari aspetti che hanno a che fare con il cinema. Non ci limitiamo solo alla gestione e programmazione delle sale, ma creiamo eventi, rassegne cinematografiche come ad esempio Visioni Fantastiche, progetto bellissimo per gli studenti delle superiori, e il Ravenna Nightmare Film Fest dedicato al cinema d'autore e di genere, di cui quest'anno festeggiamo il ventennale. Inoltre abbiamo anche una casa di produzione (Kamera Film), in pratica realizziamo cultura cinematografica. Per realtà come la nostra oggi ci sono tante opportunità dovute ai finanziamenti e ai bandi europei. Siamo in un momento di overture, di opportunità da cogliere e noi stiamo vivendo un intenso periodo creativo per poter essere protagonisti di questa nuova rotta. Parliamo da anni della necessità di vivere il cinema e le sue sale in modo diverso e finalmente il nostro paese sembra pronto per farlo”.

Che modo intende? Qual è il futuro del cinema e delle sue sale?

“Per noi sala cinematografica vuol dire evento, vuol dire punto di incontro e confronto, scambio di idee. Non può essere solo un luogo dove ‘consumare' la visione di un film. Questo pensiero era valido già in passato ma oggi è attualissimo e fondamentale. L'Europa nei suoi bandi parla di hub cinematografici, non di sale. Abbiamo bisogno di ridare vita al cinema e abbiamo bisogno che la cultura torni a contaminare le persone, soprattutto i giovani, che non possono ricevere istruzione ed educazione solo dalla scuola, c'è bisogno di percorsi paralleli che aprano e arricchiscano le menti”.

La co-progettazione pubblico-privato può avere un ruolo nel futuro del cinema?

“Noi siamo da sempre sostenitori della co-progettazione tra le amministrazioni pubbliche e le imprese che si occupano di cultura. A Imola, anni fa, siamo riusciti a creare un grande centro cinematografico (la cooperativa gestisce Rocca Cinema e Cinema Osservanza e organizza il Corto Film Festival nda). Di recente è mancata la volontà delle amministrazioni di investire in progetti partecipati con il privato, e stiamo ancora scontando gli anni di assenza di questa relazione. Oggi finalmente ci si sta rendendo conto che questa è l'unica strada percorribile per la rigenerazione culturale, in cui investire le nuove risorse economiche a disposizione”. 

Su cosa siete impegnati attualmente?

“Con la nostra casa di produzione stiamo lavorando a un nuovo lungometraggio e abbiamo appena portato al cinema The Passengers, il docufilm nato dalla sinergia con il Consorzio di cooperative sociali Solco Ravenna. In più stiamo lavorando a nuovi progetti su Ravenna, ma è ancora presto per parlarne. Stiamo correndo e creando. È un momento positivo”.


Indietro   Stampa