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Alimentare, sanzioni per utilizzo della parola 'latte' per prodotti di origine vegetale


Alimentare, sanzioni per utilizzo della parola
Il presidente di Confcooperative Fedagripesca commenta la recente proposta di legge sul Milk sounding presentata alla Camera dei Deputati

Da più di dieci anni non è possibile in alcun modo usare la parola “latte” associata alle bevande vegetali, da quando l'Europa, con il regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, ha deciso di tutelare la denominazione «latte» e le denominazioni dei prodotti lattiero-caseari, come «formaggio», «burro», «yogurt» vietandone l'utilizzo per prodotti ottenuti da ingredienti di origine vegetale. “Questo assetto normativo a tutela delle denominazioni lattiere non è stato sufficiente in questi anni per contrastare l'uso e l'abuso di termini quali latte, formaggi, yogurt o burro per prodotti che non derivano esclusivamente dal latte ed è per questo che accogliamo positivamente la Proposta di Legge sul cosiddetto Milk sounding, recentemente presentata alla Camera dei Deputati, primo firmatario on. Mirco Carloni, accogliendo le sollecitazioni espresse dalla cooperazione lattiero-casearia”.

Così il presidente di Confcooperative Fedagripesca commenta la presentazione della proposta di Legge n. 1619 d'iniziativa dei deputati Carloni, Davide Bergamini e Pierro che prevede, all'Art.1, che «chiunque prepara, produce, confeziona, detiene, vende (…) o pubblicizza prodotti alimentari utilizzando denominazioni che usurpano, imitano o evocano la denominazione di latte (…) è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria (…) e al sequestro della merce».

“Il fatto che denominazioni come “latte”, “crema di latte”, “burro”, “formaggio” siano riservate esclusivamente a prodotti di origine animale è un principio che è stato ulteriormente ribadito nel 2017 anche dalla Corte di giustizia europea. Tuttavia, ad oggi, manca un regime sanzionatorio a livello nazionale che consenta alle autorità competenti di applicare e interpretare correttamente la normativa comunitaria, sgombrando il mercato da evocazioni e ambiguità che creano confusione tra i consumatori. Auspichiamo pertanto che l'iniziativa legislativa che mira proprio a istituire uno specifico regime sanzionatorio per l'impiego abusivo della parola latte e prodotti derivati, dando attuazione all'impianto normativo comunitario, possa proseguire l'iter legislativo con la massima celerità - conclude Piccinini - tutelando ulteriormente un comparto strategico del Made in Italy con un fatturato che supera i 18 miliardi di euro”.


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