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domenica 18 Maggio, 2025

Incrementi di fatturato e nuovi investimenti per Caviro

Incrementi di fatturato e nuovi investimenti per Caviro

Il direttore generale: “Essere un Gruppo cooperativo ci permette di essere resilienti agli urti e di diversificare al meglio gli investimenti”

È stato un 2018 all’insegna della crescita per il Gruppo Caviro, con un incremento di fatturato pari all’8%, diversi progetti realizzati e molti in procinto di vedere la luce nel corso del 2019. “Tra le iniziative più importanti per cui ricorderemo il 2018 vanno sicuramente citate la nascita del Bolé, progetto che costituisce una notevole opportunità di sviluppo per l’uva del nostro territorio, e la nuova veste della divisione Distilleria con Caviro Extra – precisa SimonPietro Felice, direttore generale del Gruppo Caviro -”.

Per quanto riguarda il settore vino, com’è andato il 2018?
“Il mercato italiano ha risentito in vario modo della vendemmia 2017 che, lo ricordo, si presentava con una buona qualità ma con quantitativi molto ridotti e difficili da gestire. C’è stata una notevole crescita dei prezzi non accompagnata da un’equiparabile crescita dei consumi. I nostri marchi, Tavernello in special modo, hanno però tenuto bene consolidando il valore sul mercato, una tendenza dovuta alla forte fidelizzazione dei consumatori verso questo marchio”.
E per quanto riguarda i mercati esteri?
“Qui abbiamo affrontato l’eccezionale vendemmia 2017 con la proposta di una maggiore qualità di vini a fronte di un volume di pezzi stabile. Caviro è presente in oltre 70 paesi nel mondo, i più importanti sono Uk, Germania, Usa e Giappone, ma stiamo crescendo bene anche in Russia. L’unico neo al momento lo registriamo sul mercato cinese dove abbiamo prestazioni altalenanti. Altra criticità che riguarda l’export è l’affacciarsi sul mercato di nuove catene discount che rendono urgente e necessaria l’innovazione di prodotto, alla quale comunque stiamo già lavorando e che ci vedrà attivi su più fronti nel corso del 2019”.
Che ruolo ha l’assetto cooperativo del Gruppo nel raggiungimento di questi risultati positivi?
“Essere un Gruppo cooperativo ci permette di avere una forza maggiore rispetto ai nostri competitor, di essere resilienti agli urti, di poter diversificare al meglio gli investimenti. Nel settore agroalimentare italiano la cooperazione è la chiave per permettere ai produttori di essere presenti in prima persona sui mercati del mondo. Lavorare in una cooperativa, inoltre, significa agire in stretto legame con il territorio mettendo al centro valori come sostenibilità ambientale, sociale ed economica”.
Parliamo di investimenti. Ce ne sono stati nel 2018?
“Certamente. L’anno scorso ci siamo concentrati sull’ammodernamento e l’incremento delle tecnologie in cantina al fine di aumentarne l’efficienza. Contestualmente abbiamo lavorato su due nuove linee di confezionamento e imbottigliamento per lo stabilimento di Forlì inaugurate lo scorso 28 gennaio, e abbiamo adeguato l’impiantistica per la conservazione del vino, per un investimento che supera i 6 milioni di euro. Come detto prima il 2018 è stato, inoltre, l’anno di Caviro Extra per cui negli ultimi 6 anni abbiamo stanziato gli investimenti più importanti con somme che arrivano a 100 milioni di euro e che fanno dell’economia circolare un aspetto imprescindibile del nostro modello di business”.
Ci saranno investimenti anche nel 2019?
“Sì, il 2019 prevede una quota di investimenti ancora maggiore che raggiungerà l’8% dell’intero fatturato, a dimostrazione di come la nostra cooperativa sia alla ricerca continua di innovazione e avanguardia. Per quel che concerne il settore vino, l’anno in corso sarà sicuramente ricordato come l’anno di Leonardo. In occasione del cinquecentenario della scomparsa del Genio, infatti, abbiamo in serbo il lancio di un progetto di alto profilo dove cultura e vino saranno strettamente connessi. Sono in programma nuovi prodotti che arricchiranno maggiormente le nostre linee con nuovi vini (anche biologici) e nuovi formati. Per quanto riguarda Caviro Extra avvieremo la produzione di biometano che ci vedrà produttori di un gas più puro di quello di origine fossile”.
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