Si apre un anno decisivo per la cooperativa Ciclat Trasporti Ambiente nata lo scorso anno dalla fusione di Ciclat Trasporti e Ciclat Ambiente. In questi mesi, infatti, si potranno mettere a frutto le sinergie scaturite dall’accorpamento delle due aziende che hanno dato vita ad una compagine da 100 milioni di euro di fatturato (75 milioni derivanti da servizi ambientali e 25 milioni dai trasporti).
Ciclat Trasporti-Ambiente: anno decisivo per la nuova compagine
Ciclat Trasporti-Ambiente: anno decisivo per la nuova compagine
Attesi benefici dalla recente fusione. Resta però l'incognita sulla gara d'appalto persa a Ravenna a causa di un “gioco al ribasso”. Intervista al direttore Cesare Bagnari

Direttore Cesare Bagnari, com’è andato in termini numerici il 2015?
“Il 2015 è stato il primo esercizio concreto della nuova cooperativa, il cui processo di fusione era già iniziato nell’autunno del 2014. In termini numerici contiamo di incrementare il valore della produzione superando di fatto la cifra dei 100 milioni di euro. La fusione ha portato una certa snellezza sia a livello gestionale che operativo, ciò ci aiuterà ad essere più competitivi ed efficienti soprattutto in questo nuovo anno”.
Come si apre il 2016?
“Per il trasporto merci si apre in maniera decisamente positiva. I primi mesi dell’anno, che generalmente sono i più ‘scarichi’, hanno avuto un trend positivo anche grazie ad una ritrovata attività in ambito portuale con una ripresa del mercato degli inerti e non solo. Anche per i prossimi mesi sono programmate diverse navi in arrivo e quindi più trasporti verso le destinazioni di utilizzo finale dei prodotti”.
E per il settore ambientale? Possiamo dire che si delinea un anno tra luci ed ombre?
“Si, per questo settore la situazione è un po’ più complessa. A livello nazionale si sta sviluppando molto bene, siamo fra i primi 10 player del settore ed abbiamo acquisito molti appalti nell’ambito dei rifiuti anche in regioni come Sardegna, Sicilia e Basilicata. Inoltre grazie all’alta specializzazione dei nostri trasporti stiamo acquisendo importanti fette di mercato nel comparto dei rifiuti speciali”.
La situazione a livello provinciale è invece più complessa…
“Sul territorio il nostro principale interlocutore è Hera, con cui lavoriamo da ormai 25 anni. Nel 2015 il gruppo ha bandito 6 gare d’appalto in altrettante province della nostra regione. Ciclat ha partecipato a tutte, esclusa quella della provincia di Modena, costituendo diverse Ati con altre cooperative. Ne abbiamo vinte 4, ma abbiamo perso proprio quella di Ravenna, aggiudicata dal consorzio Ambiente 2.0 grazie ad un forte ribasso sul servizio (superiore al 14% nda). Anche se con la vittoria delle altre gare riusciremo a rientrare del mancato fatturato, per noi del Ciclat si tratta di un duro colpo perché siamo una realtà molto radicata su questo territorio”.
Ci sono stati diversi problemi in seguito alla gara d’appalto…
“Si. Ci risulta che la documentazione prodotta dal consorzio Ambiente 2.0 non sia in regola e quindi i nostri legali hanno avviato un ricorso. Restiamo in attesa dell’udienza cautelare”.
Il servizio era gestito da voi insieme ad altre cooperative del territorio dando lavoro a circa 500 persone. Cosa pensa succederà a questi lavoratori?
“La normativa di settore prevede l’assunzione delle maestranze da parte dell’azienda subentrante e quindi l’occupazione dovrebbe essere tutelata, a meno di comportamenti non corretti da parte della nuova ditta. Resta il problema dei cosiddetti “padroncini”, cioè operatori del settore che sono titolari delle proprie aziende e costituiscono la spina dorsale del nostro modello organizzativo, così come quello di Consar e Astra, altri consorzi attualmente in Ati con noi che sono organizzati nello stesso modo. Tali soggetti, non essendo dipendenti ma, di fatto, imprenditori, non hanno formalmente il diritto di passaggio alla ditta subentrante. Negli incontri sindacali che disciplineranno il passaggio del personale dovrà essere affrontato anche questo tema piuttosto delicato”.