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La gestione dei servizi di psichiatria per minori è in crisi nella provincia di Rimini


La gestione dei servizi di psichiatria per minori è in crisi nella provincia di Rimini
La gestione di tali prestazioni è stata data in carico all'Asl Romagna che nel mese di novembre ha pubblicato un accordo che mette in serie difficoltà i bilanci delle cooperative e la qualità dei servizi stessi
Subbuglio in provincia di Rimini riguardo i servizi di assistenza psichiatrica dedicati ai minori. La gestione di tali prestazioni è stata data in carico all'Asl Romagna che nel mese di novembre ha pubblicato un accordo che mette in crisi le cooperative e le imprese già impegnate nel settore, come ad esempio Il Millepiedi e Il Segno.

Il caso
“L'accordo messo nero su bianco dall'Asl Romagna è finalizzato alla creazione di liste di fornitori per i servizi dedicati all'assistenza di minori con problemi neuropsichiatrici, con prezzi già stabiliti - spiega Katia Gulino, responsabile Confcooperative Federsolidarietà Ravenna-Rimini -. Il problema, come ci hanno segnalato le cooperative che da anni lavorano in questo delicato comparto, è che i prezzi indicati sono più bassi del 30-40 per cento rispetto a quelli attualmente contrattualizzati e in essere”. Confcooperative Ravenna-Rimini, insieme alle altre associazioni di rappresentanza cooperativa, ha quindi condotto degli approfondimenti: “Abbiamo preso in esame i 7 servizi indicati nell'accordo quadro e ci siamo resi conto che per alcuni di essi i prezzi indicati non bastano a coprire il costo del lavoro come previsto dai contratti nazionali. Tutto ciò mette in serie difficoltà i bilanci delle cooperative e la qualità dei servizi stessi”.

Le azioni tecniche
In questi mesi Confcooperative Ravenna-Rimini ha cercato con diverse azioni, sia dal punto di vista tecnico che politico, di trovare una soluzione al problema: “Abbiamo richiesto alla Pubblica Amministrazione un'istanza di annullamento in autotutela secondo quanto sancito dalla Legge 241/90 - prosegue la responsabile -. La Legge prevede che la Pubblica amministrazione possa rivedere il proprio atto amministrativo e sospenderne gli effetti anche temporaneamente. L'Asl Romagna non ha ritenuto però che ci fossero gli estremi per sospendere l'atto. Abbiamo, quindi, cercato l'approvazione dei due Distretti, ma questi non si sono mostrati d'accordo nel giudicare la sospensione”.

L'anomalia riminese
La situazione che si è venuta a creare è frutto di una peculiarità della provincia di Rimini. “In tutta la Regione Emilia-Romagna - continua Gulino - gli unici Distretti socio sanitari ad aver delegato l'Asl nella gestione dei servizi sono quelli di Rimini. Gli altri li gestiscono direttamente e possono decidere in autonomia come e a chi affidare i servizi. Una condizione, secondo noi, più consona ed efficace”. L'accordo rischia di mettere in ginocchio un servizio di welfare fra i più delicati, basti pensare che su 65 cooperative potenzialmente in grado di partecipare, solo 14 hanno presentato domanda”.

Le azioni politiche
Visto il perdurare della situazione di incertezza Confcooperative Ravenna-Rimini ha richiesto diversi incontri con i consiglieri regionali, prima e dopo le elezioni, e con la Regione Emilia-Romagna. “La Regione si è offerta di prendere in carico la questione e di costruire un tavolo di confronto con tutti gli attori coinvolti”.

Le possibili soluzioni
“A nostro avviso le strade da percorrere per risolvere la questione possono essere due: andare verso un accreditamento dei servizi o dare dei parametri regionali, delle linee guida con indicati i prezzi minimi standard per ogni servizio. La risoluzione del problema è però quanto mai urgente - conclude Gulino -perché stiamo parlando di servizi rivolti a bambini e minori che vivono situazioni di grande fragilità. Non fornire loro l'adeguata assistenza potrebbe costituire un grave problema che non riguarda solo il singolo utente ma l'intera comunità”.

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