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Intervista con Elisabetta Gualmini, europarlamentare


Intervista con Elisabetta Gualmini, europarlamentare
Nel parlamento europeo si prospettano novità, dallo stanziamento fondi per il welfare al social housing, con la speranza che si riflettano anche in Emilia-Romagna
Il “bene comune” è all'ordine del giorno del mandato di Elisabetta Gualmini, parlamentare europea e professoressa di Economia Politica all'Università di Bologna, tra gli ospiti del Congresso di Confcooperative Ravenna-Rimini. Gualmini ha aggiornato l'assemblea riunita a Cervia sulle novità in materia di welfare provenienti dal fronte dell'Unione Europea, in particolare una conferenza sul futuro dell'Europa, prevista per fine estate e fortemente voluta dal presidente del Parlamento Europeo David Sassuoli, e il lancio del Green new deal, con 1.100 miliardi stanziati per la lotta al cambiamento climatico.

In materia di welfare quali sono le iniziative più significative che l'Europa ha previsto per tutti gli Stati membri?
“Questa è una legislatura di svolta, nel senso che ci si è resi conto che l'Unione Europea non può esistere solo su politiche economiche e burocratiche, ma deve dare un segnale importante sui temi del sociale e della green economy. Tra questi ci sono sicuramente la Garanzia Minori, un complemento di 6 miliardi a disposizione dei bambini di minore età per garantire loro migliori condizioni di vita e di istruzione e per contrastarne la povertà; il forte incremento dei fondi dedicati al progetto Erasmus; la direttiva sul salario minimo, che prevede per la prima volta in Europa di costruire una misura legislativa per fissare dei contributi minimi laddove manchi una contrattazione collettiva strutturata; e infine l'indennità aggiuntiva di disoccupazione, che prevedrà ulteriori fondi per i paesi interessati da forti shock economici”.

Il tema del Congresso di Confcooperative Ravenna-Rimini è stato “Costruttori di bene comune”, quali sono i beni comuni all'ordine del suo mandato europeo?
“Faccio parte della Commissione Bilancio, Lavoro e Welfare e proprio in questi giorni ci accingiamo a finanziare i fondi europei per i prossimi 7 anni. Tutto questo ha molto a che fare con la costruzione di beni comuni: i fondi che stanzieremo serviranno a mettere le comunità e i territori in grado di avere risorse, incentivi e linee guida per la costruzione di politiche e azioni in favore dei cittadini. I temi che mi vedono maggiormente impegnata e che costituiscono un po' la sfida dei prossimi anni hanno a che fare con tutto ciò che riguarda la cura della persona, di ogni età”.

Durante il suo mandato per la Regione Emilia-Romagna ha lavorato molto sulle politiche abitative. Se ne sta occupando anche in Europa?
“Sì, certamente. Ho partecipato fin dai primi giorni di questo nuovo mandato a diversi eventi con le associazioni e le cooperative che si occupano in tutta Europa di social housing. Mi sono subito resa conto che questo tipo di abitazioni (condomini che mettono in comune i servizi, ad esempio) vanno potenziate maggiormente, soprattutto sui nostri territori nazionali e regionali. In Emilia-Romagna il 40% dei nuclei familiari è costituito da una sola persona, sono dati che vanno presi subito in esame e che richiedono una grande trasformazione e un ripensamento del modello dell'abitare. Siamo quindi al lavoro per cercare e potenziare forme innovative di housing sociale”.

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