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Più servizi, più rappresentatività: Confcooperative Romagna si fa strada


Più servizi, più rappresentatività: Confcooperative Romagna si fa strada
Intervista doppia a Luca Bracci (Confcooperative Ravenna-Rimini) e Mauro Neri (Confcooperative Forlì-Cesena) a pochi mesi dalla fusione tra le due associazioni
La conclusione del percorso di fusione che porterà alla nascita di Confcooperative Romagna si fa sempre più vicina: entrambi i consigli di presidenza e territoriali delle Unioni di Ravenna-Rimini e Forlì-Cesena hanno infatti già dato l'ok alla fusione e ora si attendono le delibere delle Confcooperative regionali e nazionali. L'auspicio è che il via libera arrivi entro fine settembre in modo che, nel rispetto dei tempi statutari, si possa convocare il Congresso fondativo entro la fine del 2020. Sarebbe l'atteso punto di arrivo di un processo politico avviato alcuni anni fa e che si origina dalla necessità di ripensare i confini della rappresentanza cooperativa nell'interesse a fornire servizi sempre più qualificati nonché ottenere un peso politico più rilevante all'interno dei confini regionali e nazionali. I presidenti Luca Bracci (Confcooperative Ravenna-Rimini) e Mauro Neri (Confcooperative Forlì-Cesena) a confronto sulle aspettative e sulle opportunità offerte da questa nuova avventura.

Come siete arrivati alla fusione?
Luca Bracci: ci siamo arrivati perché tutti abbiamo ritenuto importante che il sistema dell'associazione vada verso una riforma, una riorganizzazione. Al di là del momento storico particolare, che richiede efficienza e ottimizzazione, le associazioni devono puntare a rafforzare la rappresentanza. L'equazione è semplice: più sei esteso territorialmente più iscritti conti e, di conseguenza, il tuo peso politico aumenta.
Mauro Neri: il percorso era già delineato, la volontà politica era stata manifestata da entrambe le Unioni prima del periodo di lockdown. Poi è successo quello che tutti sappiamo e oggi la motivazione a compiere questo passo è forse ancora più forte. Nessuno sa cosa avremo davanti nei prossimi mesi ma il rischio che emergano problemi economici, a causa dei contraccolpi dell'emergenza sanitaria, è molto concreto. Per questo dobbiamo farci trovare pronti e compatti per supportare le cooperative in questa fase: un'associazione forte è fondamentale e può fare la differenza.

Cosa si aspettano le associate da Confcooperative Romagna?
Luca Bracci: un ampliamento dei servizi, una maggior rappresentatività e nessun costo in più. Uniti possiamo rimodulare il personale, che oggi ha le stesse funzioni sui due territori, riorganizzandolo e creando nuovi servizi di qualità senza nessun aumento di costi. Inoltre riteniamo che la dimensione Romagna sia ottimale per garantire adeguata rappresentatività su scala regionale e nazionale. Confcooperative Romagna diventerà l'associazione più grande in Emilia-Romagna e una delle più grandi in Italia e questo è fondamentale per far sentire il proprio peso nei tavoli di concertazione.
Mauro Neri: le associate si aspettano una Confcooperative in grado di supportarle in questa fase di grande evoluzione. La pandemia ha senza dubbio fatto emergere diverse lacune nei nostri modelli economici e sociali e le cooperative dovranno essere parte di un cambiamento di paradigma che traghetti il nostro sistema verso i modelli economici e sociali del futuro. Contribuendo a ridurre le disuguaglianze, creando lavoro, preservando l'ambiente. Confcooperative Romagna dovrà essere un'associazione in grado di accompagnarle in questo percorso.

Quali attività non potranno prescindere dall'organizzazione territoriale?
Luca Bracc
i: Confcooperative Romagna sarà una dimensione ottimale e ci consentirà di rimanere radicati sul territorio. Se andassimo oltre questa dimensione potremmo perdere il legame con le cooperative a livello locale e rischieremmo uno sradicamento. Tutte le strutture territoriali, società di sistema comprese, manterranno gli attuali presidi e il processo riorganizzativo riguarderà solo le funzioni che saranno più ampie e più specializzate.
Mauro Neri: allontanarsi dai territori sarebbe un grave errore, Confcooperative Romagna vuole andare in un'altra direzione. Da domani dovremo essere bravi a rimanere sui territori, a far sentire la nostra presenza fornendo più servizi negli stessi presidi. Oggi più che mai, anche davanti alla crisi delle aree interne cui stiamo assistendo, è fondamentare restare radicati e legati ai territori e alle imprese che, sui territori, operano.

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