'Uno sforzo comune e un gesto significativo per salvare l'agricoltura romagnola'
Le Organizzazioni di Produttori e le Centrali Cooperative della Romagna scrivono ai Parlamentari romagnoli affinché sottoscrivano e promuovano le richieste già inviate al Governo. Senza provvedimenti immediati 300.000 giornate di lavoro a rischio in Emilia-Romagna
La gravità eccezionale degli eventi meteo che hanno colpito la Regione spinge le Organizzazioni di Produttori e Centrali Cooperative della Romagna a chiedere a tutti i Parlamentari romagnoli un gesto significativo: portare all'attenzione delle Segreterie di Partito e dei Gruppi politici parlamentari la situazione in cui versa l'agricoltura romagnola in questo 2020 e sottoscrivere le richieste già presentate al Governo e all'Assessorato regionale per evitare il collasso del sistema produttivo locale.
Le richieste cui si fa riferimento sono la deroga al D.Lgs. 102/2004 sulle colture assicurabili il rifinanziamento della norma al momento non coperta a sufficienza visti gli eventi metereologici che mai erano stati registrati su queste terre.
Nella lettera, inviata ieri pomeriggio, viene messa nero su bianco la mole del danno cui gli agricoltori e tutta la filiera agroalimentare del territorio andranno incontro: «Gli eventi atmosferici caratterizzati dai forti e ripetuti abbassamenti notturni della temperatura, con punte minime fino a meno 5-6 gradi centigradi dal 24 marzo al 4 aprile scorsi, hanno investito ampie zone dell'Emilia-Romagna provocando gravi danni a molte colture frutticole specializzate anche per l'avanzato stato vegetativo dovuto alla mitezza dell'inverno. Si tratta di 48mila ettari di frutteti ad alta specializzazione produttiva, con perdite che arrivano al 90% del raccolto previsto per quest'anno nel caso delle albicocche, 9mila imprese agricole colpite e una stima provvisoria dei danni che nelle previsioni supera i 400 milioni di euro. La frutticoltura in regione è a rischio di vita con conseguenti gravi perdite di ricchezza per tutti.
Già oggi si stima che potrebbero perdersi circa 300.000 giornate di lavoro se non si interviene tempestivamente. Un danno occupazionale incalcolabile per l'Emilia-Romagna». La deroga e le modifiche al D.Lgs. 102/2004 sono necessarie per riconoscere il danno anche alle colture assicurabili, richieste motivate da fatti concreti, in quanto, come è scritto nella lettera, «nelle settimane precedenti agli eventi, ancora a pochi giorni dall'apertura delle assicurazioni, gli imprenditori erano impossibilitati a muoversi a seguito delle restrizioni nazionali imposte all'emergenza Covid-19, pertanto, non hanno fatto in tempo ad assicurarsi; tra le condizioni dei contratti di polizza è previsto che la copertura assicurativa scatti dopo 12 giorni dalla stipula della stessa, condizione che ha di fatto aggravato la situazione, esistendo casi nei quali pur avendo assicurato, l'azienda non era in copertura da gelo al momento dell'evento calamitoso; diverse compagnie assicurative avevano ridotto la capacità assuntiva sul gelo per ridurre i rischi e altre non l'hanno attivata affatto, fatto che ha aggiunto difficoltà e ritardi ulteriori ad una eventuale ricerca di altro contraente. Date queste condizioni straordinarie, si stima che meno del 20% delle aziende frutticole regionali sia riuscita ad assicurarsi in tempo contro questa calamità».
«Contingenze così straordinariamente pesanti - si legge in chiusura della lettera - ci richiamano a sforzi comuni a sostegno di un settore così importante e strategico per l'economia della nostra Regione».
Le richieste cui si fa riferimento sono la deroga al D.Lgs. 102/2004 sulle colture assicurabili il rifinanziamento della norma al momento non coperta a sufficienza visti gli eventi metereologici che mai erano stati registrati su queste terre.
Nella lettera, inviata ieri pomeriggio, viene messa nero su bianco la mole del danno cui gli agricoltori e tutta la filiera agroalimentare del territorio andranno incontro: «Gli eventi atmosferici caratterizzati dai forti e ripetuti abbassamenti notturni della temperatura, con punte minime fino a meno 5-6 gradi centigradi dal 24 marzo al 4 aprile scorsi, hanno investito ampie zone dell'Emilia-Romagna provocando gravi danni a molte colture frutticole specializzate anche per l'avanzato stato vegetativo dovuto alla mitezza dell'inverno. Si tratta di 48mila ettari di frutteti ad alta specializzazione produttiva, con perdite che arrivano al 90% del raccolto previsto per quest'anno nel caso delle albicocche, 9mila imprese agricole colpite e una stima provvisoria dei danni che nelle previsioni supera i 400 milioni di euro. La frutticoltura in regione è a rischio di vita con conseguenti gravi perdite di ricchezza per tutti.
Già oggi si stima che potrebbero perdersi circa 300.000 giornate di lavoro se non si interviene tempestivamente. Un danno occupazionale incalcolabile per l'Emilia-Romagna». La deroga e le modifiche al D.Lgs. 102/2004 sono necessarie per riconoscere il danno anche alle colture assicurabili, richieste motivate da fatti concreti, in quanto, come è scritto nella lettera, «nelle settimane precedenti agli eventi, ancora a pochi giorni dall'apertura delle assicurazioni, gli imprenditori erano impossibilitati a muoversi a seguito delle restrizioni nazionali imposte all'emergenza Covid-19, pertanto, non hanno fatto in tempo ad assicurarsi; tra le condizioni dei contratti di polizza è previsto che la copertura assicurativa scatti dopo 12 giorni dalla stipula della stessa, condizione che ha di fatto aggravato la situazione, esistendo casi nei quali pur avendo assicurato, l'azienda non era in copertura da gelo al momento dell'evento calamitoso; diverse compagnie assicurative avevano ridotto la capacità assuntiva sul gelo per ridurre i rischi e altre non l'hanno attivata affatto, fatto che ha aggiunto difficoltà e ritardi ulteriori ad una eventuale ricerca di altro contraente. Date queste condizioni straordinarie, si stima che meno del 20% delle aziende frutticole regionali sia riuscita ad assicurarsi in tempo contro questa calamità».
«Contingenze così straordinariamente pesanti - si legge in chiusura della lettera - ci richiamano a sforzi comuni a sostegno di un settore così importante e strategico per l'economia della nostra Regione».