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CRPV, nuovi progetti per rispondere alle emergenze in agricoltura


CRPV, nuovi progetti per rispondere alle emergenze in agricoltura
Presentati i risultati delle ricerche dei Gruppi Operativi per l'Innovazione. Drei: "Dobbiamo correre più veloci dei cambiamenti climatici".
Ciò che fino a qualche anno fa era considerato solo una lontana minaccia, oggi sta causando ingenti danni al sistema agricolo dell'Emilia-Romagna. Il cambiamento climatico impatta sulla resa produttiva del settore primario, mentre nuovi parassiti - la cimice asiatica in primis - stanno mettendo a repentaglio la redditività dei produttori. La speranza di superare questa difficile contingenza è affidata alla ricerca, come quella che il Centro ricerche produzioni vegetali (Crpv) sta portando avanti da anni.

“Di fronte a tante e tali difficoltà e in assenza di risposte concrete sul futuro - commenta il presidente di Crpv, Raffaele Drei -, il rischio di vedere sempre più aziende del settore gettare la spugna è concreto. Siamo di fronte a una crisi senza precedenti che minaccia la sopravvivenza di un tessuto produttivo che, in Emilia Romagna, rappresenta un'eccellenza e coinvolge migliaia di posti di lavoro oggi potenzialmente a rischio. Come Crpv siamo all'opera - prosegue Drei - per fornire risposte nuove a tanti problemi importanti, nel più breve tempo possibile. Occorre quindi un mutamento sostanziale anche nel nostro mondo: dobbiamo applicare nuove tecniche e schemi sperimentali che ci permettano di correre più velocemente del cambiamento climatico. Perché ciò avvenga è necessario un maggior impegno e maggiori risorse: i risultati delle ricerche del Crpv sono espressione di una sinergia virtuosa fra pubblico e privato. Sono dunque partite nuove attività di progettazione, per l'organizzazione di nuovi Gruppi Operativi per l'Innovazione, con gli ultimi bandi delle misure aventi per tema l'innovazione, in attesa del nuovo PSR, ma anche, di nuovi strumenti finanziari in grado di dare continuità alle azioni di innovazione di cui hanno assoluto bisogno le nostre imprese”.

“Innovazione, sperimentazione e sostenibilità sono i campi di azione sui quali lavoriamo con tenacia - afferma l'assessore regionale all'Agricoltura, Simona Caselli, sottolineando il ruolo del Crpv -. In particolare attraverso il Piano di sviluppo rurale 2014-2020 abbiamo investito complessivamente oltre 50 milioni di euro per progetti di ricerca su cambiamento climatico, sostenibilità e competitività: la dotazione più alta tra tutte le regioni europee. Dei fondi per l'innovazione, 35 milioni sono già stati assegnati, 8,3 milioni rientrano in bandi al momento in corso e ulteriori 8,8 milioni di euro andranno a finanziare bandi di prossima apertura. Abbiamo 125 Gruppi operativi (le partnership tra aziende agricole e mondo della ricerca) e i 51 progetti pilota di filiera dell'Emilia-Romagna già attivi: un numero che supera abbondantemente il target di 100 Gruppi fissato a livello comunitario. Grazie a questi progetti stiamo mettendo in grado l'agricoltura regionale di essere pronta rispetto ai nuovi requisiti agroambientali che saranno richiesti dalla politica agricola comunitaria (Pac) 2021-2027”.

I progetti
Sviluppo di nuove cultivar più resistenti alle problematiche fitosanitarie, nuove strategie di difesa sostenibile, lotta alle resistenze dei patogeni e delle malerbe, risparmio idrico, valorizzazione dei sottoprodotti della filiera vitivinicola e, naturalmente, lotta alla cimice asiatica: sono numerosi i fronti progettuali su cui CRPV ha investito tempo e risorse ottenendo risultati interessanti.
Fra i risultati più importanti si evidenziano, ad esempio, le attività condotte sul tema delle varietà di vite da vino resistenti alle principali malattie fungine; nove varietà saranno autorizzate alla coltivazione in Emilia Romagna a partire dalla primavera 2020 e, visto l'interesse dei partner per la viticoltura regionale, è stato finanziato uno specifico progetto di miglioramento genetico per la costituzione di varietà resistenti locali (Sangiovese, Trebbiano, Albana, Pignoletto, Lambrusco Salamino, Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Grasparossa e Ancellotta), la cui attività è partita nel 2017 e proseguirà almeno per i prossimi 5 anni, per l'ottenimento di nuove varietà resistenti locali.
Ottimi riscontri arrivano anche dalle ricerche dedicate alla lotta alle resistenze dei principali patogeni e delle malerbe: il progetto “Resistenze”, infatti, ha consentito lo sviluppo di macchine che permettono di utilizzare fino al 50% in meno di prodotto (nel caso specifico, erbicida) riducendo drasticamente il rischio di insorgenza di resistenze e di contaminazione delle acque.
Interessanti i dati emersi dal progetto VAL.SO.VITIS. per la valorizzazione dei sottoprodotti della filiera vitivinicola (foglie, sarmenti, vinacce) da trasformare in sub-prodotti di energia, co-prodotti nutraceutici e per la produzione di biochar da utilizzare per migliorare le caratteristiche agronomiche del suolo.
Resta un fronte aperto, infine, la lotta alla cimice asiatica: i dati evidenziano come i risultati migliori, in attesa di individuare nuove soluzioni in grado di salvaguardare la produzione frutticola, siano stati ottenuti combinando diverse strategie ed in particolare l'impiego di barriere meccaniche (reti multifunzionali), integrate con trattamenti insetticidi.

I prossimi filoni di ricerca

I principali temi sui quali sarà orientata la prossima progettazione riguarderanno la messa a punto di strategie in grado di fronteggiare le principali emergenze fitosanitarie, tra tutte la cimice asiatica, ma anche la maculatura del pero e gli elateridi della patata. La messa a punto di nuove linee di intervento in conseguenza di limitazioni normative, quali ad esempio nuove tecniche di controllo infestanti alternative all'impiego del Glifosate, o nuove modalità di distribuzione dei fitofarmaci che favoriscano una mitigazione della deriva in linea con la più recente normativa in materia. Ancora, attività a supporto della crescita del comparto biologico, attraverso la messa a punto di strategie di intervento che pongano un maggiore livello di attenzione verso temi di carattere agronomico ed agroecologico, lo sviluppo di nuove varietà sempre più performanti, dove il carattere di resistenza o tolleranza rappresenti elemento imprescindibile di selezione, infine, sull'agricoltura di precisione per lo sviluppo di soluzioni sempre più alla portata dell'utenza agricola, a dimensione territoriale, aziendale, oppure a carattere dimostrativo, come previsto nella proposta di realizzazione di un centro serricolo tecnologicamente avanzato. 

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